Da dove ripartiamo
L’anno pastorale appena conclusosi per la nostra associazione è stato certamente un anno di ripartenza. Nonostante qualche breve pausa e qualche incertezza, abbiamo provato a camminare accanto ai nostri giovani con più costanza, con una maggiore presenza: non mi riferisco semplicemente al fatto che non abbiamo rivissuto i lunghi momenti di lockdown come nel 2020, ma all’aver colto l’urgente necessità di stare insieme e ripartire dalla relazione personale.
I CAMMINI DI GRUPPO, nonostante le fatiche ancora pesanti di questo tempo così particolare, hanno ripreso a incontrarsi. La ripartenza del CAMMINO GIOVANI in presenza, una necessità sentita da tutti (giovani e adulti) per continuare a camminare insieme, è stato un altro segnale importante di ripresa, davvero una buona notizia per i giovani. L’estate è poi da sempre, complice la possibilità di condividere intere giornate, un tempo privilegiato per l’incontro. L’ORATORIO ESTIVO e i campi sono occasioni sempre attuali ed efficaci per evangelizzare attraverso l’incontro e la formazione, veri momenti di relazione e crescita personale per tutti, a tutto tondo.
Lasciandoci alle spalle l’anno pastorale 2021/2022, non possiamo non ricordare l’icona biblica dei “Discepoli di Emmaus” (Luca 24, 13-53) che ci ha accompagnati, icona tanto affascinante ma anche tanto impegnativa. Sorge però una provocazione: siamo davvero riusciti a camminare accanto ai giovani, agli adolescenti e ai più piccoli nello stile di Emmaus? Ognuno potrà rispondere per sé certamente. Tuttavia, per tirare delle somme a fine anno, approfittando del tempo di verifica vissuto a fine luglio tra responsabili, abbiamo condiviso la convinzione che questo passo del Vangelo è e rimane il punto di riferimento del nostro agire educativo cristiano: siamo in cammino, un cammino che da tempo abbiamo avviato e che ancora ci porta con fede ed entusiasmo ad incontrare bambini, ragazzi, giovani e famiglie per condividere insieme questo lungo tragitto fino all’incontro con il Signore.
Camminare accanto ai più giovani, così come Gesù ha fatto con i discepoli di Emmaus, è da sempre un obiettivo davvero difficile da raggiungere. Dobbiamo però ammettere che, seppur la meta è stata individuata, forse occorre rivedere il cammino e ammettere con onestà di essere ancora lontani. Questo cammino partito da Oriente, da lontano, è guidato, come nel brano dei magi, anche per noi da una stella. Abbiamo colto la presenza del Signore in questi anni, in tanti incontri e in tanti momenti della nostra storia, ora occorre proseguire con coraggio e riprendere a seguire questa stella, la sola che può orientare senza inganni il nostro cammino pastorale. Perciò, come i magi, accettiamo di rimetterci in cammino. Il viaggio è ancora lungo, ma se davvero porterà grande gioia, allora sì, ne sarà valsa la pena. Si tratta dunque di fidarsi, di dire sì e riprendere, passo dopo passo, questo lungo, ma certamente entusiasmante, cammino insieme verso il Signore.
In cammino da oriente – L’icona Biblica
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo
in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi
accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io
venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva,
finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella,
provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua
madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono
oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada
fecero ritorno al loro paese.
Per il nuovo anno pastorale 2022/2023, come accennato nella premessa e come introdotto dal passo biblico,
riprendiamo il cammino che oramai da oltre 10 anni abbiamo intrapreso come pastorale giovanile della città
di Settimo Torinese. Cinque parrocchie, con sei oratori che hanno iniziato questo lungo viaggio e che dal 2020
sono divenuti un’unica carovana che prosegue la missione di evangelizzare i più giovani.
Proviamo ora, attraverso gli spunti offerti dal brano biblico, ad impostare il cammino del nuovo anno, una
sorta di coordinate che orienteranno il nostro agire pastorale.
Un nuovo anno, un cammino che continua
L’inizio di un viaggio
Il nostro viaggio inizia, come già detto, circa 10 anni fa, un viaggio lungo che ci ha portato fino a qui. Un viaggio che ha visto salire e scendere dalla nostra carovana tanti compagni per un breve o un più lungo tragitto insieme. Vogliamo così continuare ad invitare ancora tanti giovani e ragazzi a camminane assieme a noi, continuando ad avere una particolare attenzione all’inclusione, rivolgendoci cioè non ai pochi e convinti ma ai molti che desiderano ricevere la bella notizia del Vangelo, avendo attenzione ad aprirci sempre di più e ad andare oltre il cortile dell’oratorio continuando questo processo di uscire dai nostri spazi per stare anche nelle piazze della città. (cfr. Evangeli Gaudium 20)
Una presenza che turba
Questa nostra azione sul territorio non sarà esclusivamente dettata dalla necessità di proporre attività, ma semmai sarà sempre e comunque interrogata ed orientata dalla Parola di Dio. Ci faremo accompagnare, quest’anno in maniera più assidua, dalla presenza viva della Parola di Dio che ci aiuterà nel difficile compito del discernimento, per vagliare ogni nostra azione educativa alla luce del Vangelo, perché non sia mai frutto di un nostro bisogno ma semmai di una reale necessità
Il palazzo delle sicurezze
Questo cammino, come ogni percorso ha i suoi rischi. Per noi è il perderci nel palazzo delle nostre sicurezze, nell’organizzazione, nelle formalità associative che a volte rischiano di togliere tempo e che possono creare una stasi, una immobilità. L’organizzazione, gli organigrammi e anche gli eventi sono importanti, purché non generino l’autocompiacimento di una bella ed efficiente ma fredda organizzazione. Restino questi strumenti per valorizzare le persone e permettere il cammino di crescita e di avvicinamento all’incontro con Gesù, non ci distraggano mai dalla meta.
Una gioia grandissima
Questo è un auspicio, un augurio che ci facciamo anche per quest’anno. Come i Magi la stella che guida questo lungo percorso ha generato, in questi lunghi anni, tante gioie grandissime: istanti insieme, traguardi, incontri inaspettati, celebrazioni. Momenti, insomma, che aprono il cuore alla gioia e fanno pregustare quel Regno di Dio che è frutto dell’incontro con Cristo. Se saremo capaci di vivere anche quest’anno momenti così, potremmo davvero dire di essere stati in presenza del Signore. Avremo certamente tante occasioni, e nell’estate 2023 ci aspetta anche la grande esperienza della GMG a Lisbona.
In adorazione
Tutto così si trasforma in adorazione, consapevolezza quindi di stare di fronte non a nostri meriti, ma semmai alla presenza costante d’Emmanuele, del Dio con noi, che ci precede in questo nostro cammino. A noi spetta cogliere, anche nella fatica del servizio, quel patimento che continuamente interroga il nostro agire, non come un peso insostenibile ma semmai come la cartina tornasole che siamo nella giusta direzione. Non c’è gioia senza patimento, come non c’è Resurrezione senza Croce, come a dire che questo impegno educativo richiede davvero tanta dedizione e solo se accompagnato dalla presenza di Gesù, questo carico può divenire più leggero (Matteo 11, 25-30)
Un’altra strada
Lasciamoci infine guidare sempre dall’azione dello Spirito Santo, tante sono le strade per evangelizzare, tante sono le sensibilità e i cammini che incontreremo anche quest’anno, che ci sia sempre la ferma volontà di vincere il “si è sempre fatto così” (cfr. Evangeli Gaudium 33), e continuare ad essere innovativi nell’annuncio
così come lo è lo Spirito di Dio, perché l’annuncio bello del Vangelo possa sempre essere rivolto ai molti che incontreremo dentro e fuori i nostri cortili. Buon cammino!