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In tutte le nostre istituzioni dobbiamo sviluppare e potenziare molto di più la nostra capacità di accoglienza cordiale, perché molti giovani che arrivano si trovano in una profonda situazione di orfanezza. (CV 216) Fare “casa” in definitiva «è fare famiglia; è imparare a sentirsi uniti agli altri al di là di vincoli utilitaristici o funzionali, uniti in modo da sentire la vita un po’ più umana. Creare casa è permettere che la profezia prenda corpo e renda le nostre ore e i nostri giorni meno inospitali, meno indifferenti e anonimi. È creare legami che si costruiscono con gesti semplici, quotidiani e che tutti possiamo compiere. Una casa, lo sappiamo tutti molto bene, ha bisogno della collaborazione di tutti. (CV 217) In questo quadro, nelle nostre istituzioni dobbiamo offrire ai giovani luoghi appropriati, che essi possano gestire a loro piacimento e dove possano entrare e uscire liberamente, luoghi che li accolgano e dove possano recarsi spontaneamente e con fiducia per incontrare altri giovani sia nei momenti di sofferenza o di noia, sia quando desiderano festeggiare le loro gioie. Qualcosa del genere hanno realizzato alcuni oratori e altri centri giovanili, che in molti casi sono l’ambiente in cui i giovani vivono esperienze di amicizia e di innamoramento, dove si ritrovano, possono condividere musica, attività ricreative, sport, e anche la riflessione e la preghiera, con piccoli sussidi e diverse proposte. In questo modo si fa strada quell’indispensabile annuncio da persona a persona, che non può essere sostituito da nessuna risorsa o strategia pastorale. (CV 218)

Come Oratori di Settimo abbiamo deciso di raccogliere la sfida lanciata da Papa Francesco e da tutta la chiesa italiana: avvicinare, ascoltare, e camminare con i giovani. L’oratorio non solo come casa dei ragazzi, ma anche come luogo accogliente e adatto ai giovani. Un luogo aperto e accessibile, dove trovare spazi dedicati ai giovani da vivere e dove poter “stare” in uno stile familiare, accogliente ed attento alla persona, dove potersi incontrare, confrontare e anche sperimentare i propri talenti, le proprie capacità con uno stile democratico, accogliente ma soprattutto non giudicante.

Spazi e luoghi dedicati ma soprattutto realizzati e progettati con i giovani stessi per meglio rispondere alle loro reali esigenze. Il nostro è un cantiere aperto, ancora in costruzione ma che non vuole accontentarsi di rivolgersi a pochi, ma è pensato e rivolto a tutti i giovani della nostra città. Un oratorio diffuso su tutto il territorio perché Oratori di Settimo è anche questo: uno sguardo di insieme sulla pastorale giovanile, per rispondere con fede e speranza uniti alla grande emergenza educativa del nostro territorio.

Sono stati definiti e operativi per adesso 3 progetti:
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